POST 433

Il sistema di remunerazione della Filiera del farmaco -come noto- si caratterizza per il riconoscimento ex lege all’Industria, alla Distribuzione intermedia e alla Farmacia di una percentuale (“margine”) del prezzo di vendita al pubblico del medicinale.

Tuttavia il cosiddetto “sistema del margine” in Italia, come all’estero, nei molti Paesi che lo hanno adottato, si è dimostrato incapace di garantire il mantenimento degli adeguati livelli di remunerazione della Filiera in un contesto di prezzi medi dei farmaci decrescenti per effetto della progressiva introduzione dei farmaci equivalenti.

Al fine di correggere questa grave distorsione del mercato, ancora nel 2010, il Governo Berlusconi dispose col DL 78/2010 l’avvio di un confronto tecnico per la revisione dei criteri di remunerazione della spesa farmaceutica tra il Min. della salute, il MEF, l’AIFA e le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative.

Successivamente nel 2012 il Governo Monti stabilì col DL 95/2012 che a decorrere dal 1° gennaio 2013, l’attuale sistema di remunerazione fosse sostituito da un nuovo metodo, definito con Decreto del Min. Salute, di concerto con il MEF, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni, sulla base di un accordo tra le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative e l’Aifa. Il DL 95/2012 prevedeva inoltre che, in caso di mancato accordo tra gli attori coinvolti, onde garantire comunque il rispetto del suddetto termine, il Governo dovesse intervenire direttamente e autonomamente, attraverso Decreto del Min. Salute, di concerto con il MEF.

Purtroppo i buoni propositi dei nostri governanti si sono scontrati con la colpevole incapacità degli attori della Filiera (e non solo!) e così nel silenzio generale lo scorso 1° gennaio, che avrebbe dovuto finalmente sancire l’entrata in vigore del nuovo modello di remunerazione, ai sensi dell’art.1, comma 1141, Legge 205/2017, è invece trascorso con l’ennesimo un nulla di fatto, nel più penoso silenzio generale.

Al contrario da noi, nella Francia di Macron, dei “gilet gialli”, della bistrattata Farmacia d’oltralpe, il 1° gennaio 2019 sarà ricordato per l’entrata in vigore dei nuovi parametri che caratterizzano il loro nuovo modello di remunerazione delle Farmacie da parte della mutua pubblica.

Il modello francese oggi in vigore prevede:

  • un compenso professionale di € 0,51 per ogni ricetta trattata, di € 1,02 per la spedizione delle ricette che riguardano gli anziani con più 70 anni e i bambini con meno di 3 anni, di € 2,04 per la dispensazione di farmaci dal profilo specifico (stupefacenti, ansiolitici, ecc.);
  • un margine del 10% sui farmaci con prezzo (ex-factory) fino ad € 1,91, del 6% sui prodotti con prezzo compreso tra €150,00 ed € 1.600,00 ed infine dello 0% per i farmaci con prezzo superiore ad € 1.600,00.

Si tratta quindi di un “modello misto”, che affianca alla remunerazione del “margine”, quella “fissa” dell’attività professionale, ma che progressivamente, agendo sui diversi parametri, renderà sempre più analestico il compenso del farmacista rispetto alla diminuzione dei prezzi, per il bene dei farmacisti e della salute dei francesi.

Giovanni LOI
Dottore Commercialista – Studio EPICA – Mestre Venezia