POST 348

Il prossimo 25 maggio diventerà applicabile in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, compresa l’Italia, la nuova Legge sulla privacy ovvero il Regolamento 2016/679, concernente la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati.

Molti, in questi giorni, ripensando agli sforzi profusi poco più di una decina di anni fa per adeguare la propria Farmacia alle disposizioni dell’allora Codice della privacy, di cui al D.Lgs n. 196 del 30 giugno 2003, si stanno chiedendo se fosse proprio necessario emanare una nuova Legge. Il timore è infatti quello di subire una burocrazia fine a se stessa che, sotto la minaccia di un severo sistema sanzionatorio, obblighi il farmacista a nuovi adempimenti e a ulteriori costi amministrativi. Il timore -insomma- di scivolare nell’inutile-già-visto. Allora la domanda: ne avevamo proprio bisogno?

La mia risposta è: sì! Ce n’è un bisogno fondamentale.

In questi ultimi tre lustri il mondo è profondamente cambiato. Il generalizzato miglioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione, grazie alla diffusione di internet e dei vari sistemi tecnologici interconnessi, ha pagato un prezzo molto salato: la nostra “intimità”.

Giorno dopo giorno ci siamo scoperti sempre più tracciati, conosciuti, nudi. Ogni volta che navighiamo in internet, che strisciamo una fidelity o il bancomat, che prenotiamo un esame, una visita specialistica, che usiamo il cellulare o il telepass, inviamo dati sulla nostra persona, sulle nostre abitudini, sulle nostre azioni, i nostri interessi, sul “chi siamo”.

Michal Kosinski, un ricercatore della Cambridge Analytica, ha sviluppato un algoritmo in grado di prevedere e anticipare le risposte degli utenti, facendo leva sulle loro emozioni. Secondo il ricercatore sono sufficienti informazioni su 70 like (“mi piace”) postati su Facebook per conoscere la personalità di un individuo più dei suoi amici, 150 per conoscerla meglio dei suoi genitori, 300 meglio del suo partner e così via fino ad arrivare a conoscerla più dello stesso individuo.

Il caso Cambridge Analytica e il possibile coinvolgimento di Facebook nella raccolta e rielaborazione dei dati di milioni di utenti al fine di condizionarne gli indirizzi elettorali, ha così riportato proprio in questi giorni l’attenzione dei media sul delicatissimo tema della tutela della privacye sulla vulnerabilità degli attuali sistemi di controllo. In questo contesto assume quindi una particolare valenza, la profonda e sistematica riforma della normativa sulla protezione dei dati attuata dall’Unione Europea attraverso il nuovo Regolamento 2016/679.

La riforma, che nel nostro Paese manda in pensione il vecchio Codice della privacy (DLgs 196/2003), si articola su 6 componenti fondamentali:

  • Norme coerenti;
  • Procedure semplificate;
  • Azioni coordinate;
  • Coinvolgimento degli utenti;
  • Informazioni più efficaci;
  • Rafforzamento dei poteri volti a garantire il rispetto delle norme anche attraverso l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie.

Per le Farmacie, che per natura trattano “dati sensibili”, si pone quindi l’urgente problema di adeguarsi alla nuova normativa, attuando tutte quelle misure tecniche e organizzative necessarie a garantire il corretto trattamento dei dati.

Nelle prossime settimane le Farmacie dovranno quindi individuare il proprio responsabile e incaricato al trattamento dei dati, svolgere un’attenta valutazione dei rischi, dotarsi di un Registro in formato cartaceo ed elettronico in cui indicare le diverse attività poste in essere con riguardo al corretto trattamento dei dati. Dovranno soprattutto comprendere come la privacy possa rappresentare un momento di crescita della cultura aziendale, di riorganizzazione e miglioramento dell’intera struttura, ponendo maggior attenzione alla gestione delle informazioni e alle esigenze di riservatezza della propria clientela.

Giovanni Loi
Dottore Commercialista – Studio EPICA – Mestre Venezia