POST 81

Con l’entrata in vigore del DPCM del 14 novembre 2015 (GU n.303 del 31 dicembre 2015), e dopo alcuni rinvii dovuti alla soluzione degli ultimi problemi tecnici, dal primo marzo 2016, parte su tutto il territorio nazionale la ricetta farmaceutica dematerializzata. Pertanto da oggi in tutte le farmacie italiane sia pubbliche che private i cittadini potranno ritirare i farmaci prescritti, a prescindere da quale sia la loro Regione di residenza.

Attraverso il Sistema Tessera sanitaria, ai sensi dell’art.1 del citato DPCM, le farmacie all’atto della dispensazione del medicinale potranno, contrariamente al passato, applicare il ticket della Regione di residenza dell’assistito. Saranno le Regioni quindi a scambiarsi le informazioni necessarie per svolgere, secondo i criteri e le modalità previsti dall’apposito Accordo interregionale, le relative compensazioni.

Nella pratica, il medico effettuerà la prescrizione collegandosi telematicamente ad un portale e compilando una vera e propria “ricetta virtuale”. A tale ricetta sarà assegnato un numero, che verrà associato al codice fiscale del paziente. Il medico pertanto non consegnerà più all’assistito la ricetta cartacea, ma solo un promemoria in formato A5, che dovrà essere portato in farmacia per consentire al farmacista, digitando il codice ivi riportato, di recuperare on line la prescrizione medica.

Non tutte le ricette diventano elettroniche. Il DPCM (art.4) prevede fino al 31 dicembre 2017 un periodo transitorio, durante il quale la ricetta elettronica non potrà essere applicata a tutti quei farmaci con piano terapeutico Aifa o distribuiti con modalità diverse da quelle convenzionali (stupefacenti, ossigeno, ecc.).

Per completezza, va ricordato che la ricetta elettronica è di fatto attiva già da alcuni anni in molte Regioni, sebbene con diffusione molto disomogenea. Come reso noto da Promofarma Italia, la Regione attualmente con la maggior diffusione è il Veneto con l’89% delle ricette in formato elettronico, a seguire vi sono rispettivamente la Campania (88%), la Sicilia e la Provincia autonoma di Trento (87%), il Piemonte e la Valle d’Aosta (82%), la Basilicata (80%), il Molise (75%), l’Emilia Romagna (74%), la Puglia (65%), la Lombardia (63%), il Lazio (62%), Toscana e Friuli Venezia Giulia (60%), Umbria (58%), Marche (55%), Abruzzo (54%), Sardegna (53%), la Liguria (36%), la Calabria e la provincia autonoma di Bolzano (0%).

La novità di oggi, primo marzo, sta quindi non tanto nell’entrata nel mercato della ricetta dematerializzata, quanto piuttosto nella possibilità per tutte le farmacie del territorio nazionale di accettarla indipendentemente dalla Regione di provenienza del cliente-assistito.

Si tratta di un ulteriore piccolo, ma epocale passo nel percorso di digitalizzazione del nostro sistema sanitario nazionale.

Giovanni Loi
Dottore Commercialista – Studio Epica – Mestre