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EPICANEWS

BLOG INFORMATIVO DELLO STUDIO EPICA

Aggiornamenti e notizie in materia aziendale, fiscale, contrattuale e societaria

ABI e associazioni estendono moratorie a grandi imprese.

Uncategorised Posted on Sat, May 23, 2020 13:00:04

POST 135/2020

Premessa.

​L’ABI e le Associazioni di rappresentanza delle imprese avevano sottoscritto il 15 novembre 2018 l’Accordo per il Credito 2019 che prevede, in relazione alle piccole e medie imprese (PMI), la possibilità per le banche e gli intermediari finanziari aderenti di sospendere fino a un anno il pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti e di allungare la scadenza dei finanziamenti. 

Il 6 marzo scorso, all’inizio della crisi del COVID-19, l’ABI e le Associazioni delle imprese hanno sottoscritto un Addendum per estendere le moratorie anche ai finanziamenti in essere fino al 31 gennaio 2020, erogati a PMI in bonis, danneggiate dalla diffusione del COVID-19

Novità per le grandi imprese.

L’ABI e le Associazioni delle imprese, con un accordo sottoscritto ieri 22 maggio 2020, hanno deciso di estendere le moratorie anche in favore le imprese di maggiori dimensioni che autocertifichino di essere state danneggiate dal “COVID-19”

Le moratorie potranno essere richieste fino al 30 giugno 2020. Tale termine potrà essere prorogato sulla base delle indicazioni delle Autorità di vigilanza bancaria. La moratoria per le grandi imprese può essere richiesta dalle imprese che non presentavano nei confronti della banca, alla 31 gennaio 2020, esposizioni debitorie classificate come deteriorate in applicazione delle normative. Sono escluse le imprese classificate in sofferenza. E’ prevista la possibilità per le banche di offrire modalità e soluzioni operative migliorative rispetto a quelle previste dal nuovo Accordo. In particolare, le banche aderenti possono estendere la durata della sospensione della quota capitale delle rate di finanziamento fino a 24 mesi per le imprese appartenenti a specifici settori o filiere produttive con maggiori difficoltà di ripresa dai danni conseguenti al COVID-19: tali misure possono essere applicate anche alle PMI



Il Coronavirus e il prezzo delle mascherine nella Fase 2: il problema dell’IVA.

Uncategorised Posted on Sat, May 23, 2020 12:37:03

POST 134/2020

La domenica del 26 aprile si concluse per molti italiani davanti alla TV con la conferenza stampa del Presidente Conte e l’annuncio delle nuove disposizioni per l’imminente apertura della Fase 2. In quell’occasione il Presidente fece anche riferimento a quello che ormai è uno dei simboli di questa pandemia: le “mascherine” (!).

“Stiamo pensando – precisò infatti Conte- di stabilire un prezzo per le mascherine chirurgiche che può essere di 50 centesimi. Inoltre, toglieremo l’iva” su questi strumenti di protezione personale.

Il messaggio fu subito accolto con grande favore dai consumatori, ma lasciò un velo di preoccupazione a quei molti Farmacisti che nel frattempo, tra mille difficoltà e per far fronte alle richieste della propria clientela, avevano acquistato scatoloni di mascherine a prezzi decisamente più alti e pagandoci sopra l’iva del 22%. 

A dimostrazione che l’Italia è un Paese che funziona e che le promesse diventano realtà, quella stessa notte il Commissario straordinario Arcuri emanò la discussa Ordinanza n. 11/2020 e fissò il prezzo di vendita delle mascherine chirurgiche a 0,50 euro, al netto dell’iva.

Al di là del prezzo, manifestammo subito la necessità di un chiarimento da parte del Governo circa le proprie intenzioni in materia di iva. L’espressione a-tecnica usata dal Presidente Conte in conferenza stampa (“toglieremo l’iva”), lasciava troppi dubbi (www.epicanews.it, post 86/2020). In particolare non era chiaro se il Presidente Conte intendesse rendere le cessioni “esenti iva” oppure a “iva zero”?

La questione non è di poco conto in quanto la normativa di riferimento (art. 19, DPR n. 633/1972) stabilisce che l’iva relativa all’acquisto o all’importazione di beni e servizi afferenti operazioni esenti non è detraibile a differenza di quanto invece accade per le cessioni a “iva zero”.

Mentre tutti attendavamo l’auspicato chiarimento, lo scorso 19 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto n. 34/2020 (meglio noto come “Decreto Rilancio”) che all’art. 124 e nel relativo commento in Relazione illustrativa, stabilisce per le cessioni di beni necessari per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 (tra cui le mascherine):

  • la riduzione dell’aliquota iva al 5%;
  • l’esenzione dall’aliquota sull’iva per le cessioni effettuate entro il 31 dicembre 2020;
  • il riconoscimento per le cessioni effettuate entro il 31 dicembre 2020 di un’aliquota iva pari a zero;
  • il diritto alla detrazione dell’iva (ai sensi dell’articolo 19, comma 1, del DPR n. 633/1972).

Insomma, di tutto di più! 

La disposizione, immediatamente operativa, da un lato, lascia tutti gli addetti nella più totale incertezza interpretativa, mentre dall’altro rafforza tra i Farmacisti la convinzione di aver subito un ulteriore danno.

Giovanni LOI

Dottore Commercialista – Studio EPICA – Mestre Venezia